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È possibile trasformare i siti brownfield in polmoni verdi?

Da Antonio Girardi

Febbraio 24, 2025

In Italia, si stima che l’area complessiva dei terreni brownfield – ovvero i siti ex‑industriali abbandonati – ammonti a circa 3.000 km², un dato comparabile all’intera estensione della Valle d’Aosta. Al contempo, il consumo di suolo, ossia la trasformazione del territorio naturale in aree edificate, aumenta di circa 56 km² all’anno, riducendo progressivamente il terreno destinato ad agricoltura, foreste, zone umide e parchi.

È paradossale riforestare aree naturali per combattere i cambiamenti climatici, mentre suolo vergine viene destinato a nuove costruzioni, infrastrutture e zone industriali. L’immenso patrimonio brownfield rappresenta un’opportunità preziosa: questi spazi, infatti, potrebbero essere recuperati per sostenere lo sviluppo urbano e, al contempo, essere riqualificati per interventi di riforestazione, contribuendo così stoccare la CO₂ e a salvaguardare la ricchezza e l’equilibrio dei sistemi naturali.

Il Bosco di Montopoli dimostra che si può fare. La creazione del Bosco ha trasformato un’area degradata di circa 7 ettari – precedentemente destinata a un’intensa attività zootecnica – in un parco sostenibile attraverso un intervento di riforestazione su larga scala. L’intervento garantirà lo stoccaggio della CO₂, il miglioramento della qualità dell’aria e il ripristino della biodiversità, dimostrando concretamente che il recupero ambientale è possibile con un approccio mirato e ben pianificato.

Il Bosco di Montopoli, riqualificato attraverso un intervento di riforestazione su larga scala, offre un percorso naturalistico studiato per immergere i visitatori in una foresta in continua evoluzione. Il sentiero, a impatto minimo sul terreno, consente un contatto ravvicinato con la natura, stimolando la consapevolezza ambientale e promuovendo comportamenti sostenibili. Elementi accuratamente posizionati lungo il percorso rafforzano il legame con il paesaggio, creando un’esperienza unica e coinvolgente.

Inoltre, nell’area dell’antico abbeveratoio della fattoria, è stato realizzato un nuovo ecosistema caratterizzato da piante acquatiche e animali anfibi. Questo habitat trasformato sostiene la biodiversità, offrendo un ambiente naturale in cui le specie autoctone prosperano e gli anfibi trovano un habitat idoneo, dando vita a un ecosistema vibrante e autosufficiente che arricchisce il paesaggio circostante.

All’interno del Bosco, un piccolo edificio in legno dotato di tetto verde funge da centro congressi ed educativo, integrandosi armoniosamente nell’ambiente forestale. Progettato per ospitare conferenze e attività formative su ecologia, sostenibilità e gestione ambientale, questo spazio, accessibile a tutte le età, favorisce l’apprendimento e l’interazione con la natura, incentivando pratiche più sostenibili.

Mentre il consumo di suolo naturale continua a crescere, il Bosco di Montopoli dimostra che è possibile recuperare aree abbandonate e trasformarle in polmoni verdi, capaci di offrire benefici sia in termini di sviluppo urbano che di tutela ambientale. Ogni ettaro bonificato rappresenta un passo concreto verso il miglioramento della qualità della vita e la conservazione del patrimonio naturale.

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