Nel mese di agosto 2019, l’Unione Europea ha selezionato il progetto Prato Urban Jungle come uno dei 20 vincitori del 4° bando per le Azioni Urbane Innovative (www.uia-initiative.eu), un programma che finanzia progetti pilota per promuovere lo sviluppo urbano sostenibile. L’obiettivo del progetto è testare soluzioni verdi (Soluzioni Basate sulla Natura, o NBS) in edifici pilota all’interno della città di Prato, con l’intento di creare un modello replicabile che possa essere proposto ad altre città europee (www.pratourbanjungle.it). La prima azione realizzata da PNAT, come preparazione per le altre, è stata la creazione di un sistema di valutazione per misurare l’efficacia delle NBS su scala edilizia e nei suoi dintorni. Questo sistema sperimentale, chiamato Urban Jungle Factor, si basa su studi pionieristici condotti in diverse città europee e nordamericane, come Berlino, Malmö e Seattle. Il sistema sviluppato da PNAT assegna un punteggio agli edifici che adottano le NBS, calcolato in base alla superficie dedicata al verde e a un fattore che valuta la qualità dell’intervento secondo criteri come aria, acqua, suolo, cibo, salute e benessere, comfort e biodiversità.
Gli altri due progetti sviluppati da PNAT all’interno di Prato Urban Jungle sono focalizzati sull’agricoltura urbana. Sono state progettate due serre ad alta efficienza per supportare la coltivazione, offrendo benefici economici e sociali, mentre creano spazi per la raccolta della comunità, l’occupazione e l’innovazione sociale.

La struttura agricola in Via Turchia è stata progettata per un complesso di edilizia residenziale sociale. La decisione di creare una serra ad alta efficienza è nata da un’analisi dei bisogni dei residenti: una ricerca preliminare ha indicato che il tasso di occupazione e il reddito familiare della comunità erano al di sotto delle medie comunali. Pertanto, una delle priorità del progetto era creare posti di lavoro retribuiti attraverso l’agricoltura urbana. Con una superficie di circa 250 metri quadrati, la serra è relativamente piccola rispetto alle strutture rurali; tuttavia, è in grado di produrre una grande quantità di prodotti agricoli, utilizzando tecnologie di coltivazione avanzate. Le stime suggeriscono una produzione annua di circa 20 tonnellate, generando attività economica e fornendo posti di lavoro part-time per 10 residenti del complesso, contribuendo così ad aumentare il reddito familiare. Il concetto è di organizzare questi individui in un’associazione che offre un programma di formazione professionale di 12 mesi. Al termine del corso, i partecipanti avranno acquisito competenze nella gestione delle serre, che potranno essere applicate per trovare impiego in vivai locali, mentre un altro gruppo di residenti prenderà il loro posto. Nel corso di cinque anni, questo percorso formativo coinvolgerà 50 residenti.




Sulla base di considerazioni simili, è stato concepito un altro progetto: il Parco di Via delle Pleiadi. Questo progetto integra una serra agricola ad alta efficienza con strutture per la preparazione e la vendita di cibo, oltre a spazi per attività all’aperto. L’obiettivo è creare uno spazio ibrido in cui le soluzioni basate sulla natura possano fornire produzione alimentare e spazi di alta qualità per i cittadini.
